venerdì 30 maggio 2014
Albert Einstein
Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma non sono sicuro della prima - Albert Einstein
Il nido
non dormi piú da giorni, ti svegli mille volte nel cuore della notte.. sei stanca,di quella stanchezza mentale che ti appesantisce i pensieri..allora diventi vulnerabile, ansiosa, nervosa con tutti ed insoddisfatta... cosi decidi di partire e dove vai? nel tuo nido!
ognuno ne ha uno: un posto nel quale qualunque cosa accada non avrai mai paura,ti sentirai sempre un leone perche' hai le spalle coperte!e dormirai a sonni pieni
ognuno ne ha uno: un posto nel quale qualunque cosa accada non avrai mai paura,ti sentirai sempre un leone perche' hai le spalle coperte!e dormirai a sonni pieni
Il puzzle della vita
Ci sono giorni bui, freddi e grigi.. A mancarti è qualcosa o qualcuno.. come se la tua vita fosse un puzzle da 5000 pezzi.. Inizi a montarla dai pezzi più facili:la cornice! Quella si che viene subito bene!il preambolo è perfetto,l'idea di finire subito il puzzle alla perfezione sembra concretizzarsi..e ti entusiasma.
poi però l'abbandono: non si può fare tutto e subito..!non ce la fai..! Così a piccoli tratti aggiungi pezzetti qui e lì, mangiando un biscotto, canticchiando una canzone... Verranno amici e ti aiuteranno ad aggiungerne degli altri, e i genitori, il fidanzato, un fratello, il destino.. pian piano tutti i pezzi rientreranno al loro posto...ma rimarrà sempre qualche spazietto vuoto... Quelli sono gli spazi dei treni che hai perso, delle false speranze, delle delusioni, delle incomprensioni.. Non è detto che completerai il puzzle perché non è detto che la felicità sia rinchiusa nel riordinare i tasselli! Magari è semplicemente nascosta nel caos e in quegli spazi vuoti...
poi però l'abbandono: non si può fare tutto e subito..!non ce la fai..! Così a piccoli tratti aggiungi pezzetti qui e lì, mangiando un biscotto, canticchiando una canzone... Verranno amici e ti aiuteranno ad aggiungerne degli altri, e i genitori, il fidanzato, un fratello, il destino.. pian piano tutti i pezzi rientreranno al loro posto...ma rimarrà sempre qualche spazietto vuoto... Quelli sono gli spazi dei treni che hai perso, delle false speranze, delle delusioni, delle incomprensioni.. Non è detto che completerai il puzzle perché non è detto che la felicità sia rinchiusa nel riordinare i tasselli! Magari è semplicemente nascosta nel caos e in quegli spazi vuoti...
mercoledì 21 maggio 2014
Romano Battaglia - Vita
Nella vita ci sono giorni pieni di vento e pieni di rabbia, ci sono giorni pieni di pioggia e pieni di dolore, ci sono giorni pieni di lacrime; ma poi ci sono giorni pieni d'amore che ci danno il coraggio di andare avanti per tutti gli altri giorni.
sabato 17 maggio 2014
Oscar Wilde
Dietro esistenze sublimi, c'è sempre qualcosa di tragico. Occorrono grandi tribolazioni perché possa sbocciare un piccolissimo fiore.
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce ... John Keats
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce
più casta di quella d'una suora
che per sé sola i dolci vespri canta,
quando la campana risuona -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma con un sorriso
freddo come un'alba di penitenza,
Suora crudele di San Cupido
Devota ai giorni d'astinenza -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma le tue labbra
tinte di corallo insegnano meno gioia
dei coralli del mare -
Mai che s'imbroncino di baci -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma la tua mano
non stringe chi teneramente la stringe.
È morta come quella d'una statua.
Mentre la mia brucia di passione -
Su, amami davvero!
Su, incendiamoci di parole
e bruciandomi sorridimi - stringimi
come devono gli amanti - su, baciami.
E l'urna, poi, delle mie ceneri seppelliscila nel tuo cuore -
Su, amami davvero!
John Keats - Senza di te
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio Amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
venerdì 16 maggio 2014
La ricerca della felicità - Chris Gardner
Un uomo sta affogando nell'oceano. Arriva una barca e cerca di aiutarlo, ma l'uomo risponde dicendo "non abbiate paura, andate, Dio mi salverà". Arriva la seconda barca, sempre con l'intenzione di salvare l'uomo che stava affogando. Ma l'uomo risponde ancora dicendo la stessa frase "non abbiate paura, Dio mi salverà"; ed anche la seconda barca se ne andò lasciando l'uomo nell'oceano. L'uomo mori affogato e andò in Paradiso. La prima cosa che fece fu di andare da Dio chiedendo perché non lo avesse salvato. Dio gli rispose subito: "Ti ho mandato due barche, stupido".
Dio ci aiuta sempre, solo che a volte non capiamo come ci sta aiutando.
Chris Gardner (Will Smith)
dal film "La ricerca della felicità" di Gabriele Muccino
lunedì 12 maggio 2014
Passione per la vita- Mamma
Passione per la vita.
L’avevo sempre guardata con gli occhi di una bambina e avevo sempre cercato di imitarla nelle movenze. Mi inorgoglivo quando qualcuno per strada notava che tra noi ci fosse una gran somiglianza.
Li volevo proprio così quegli occhi, grandi e intensi; quei sorrisi regalati anche quando dentro impazza la tempesta; quelle mani dalle dita sottili che con maestria ed eleganza aleggiano nell’aria mentre spiega ai suoi alunni; la volevo proprio così quella gioia di vivere, anche quando arrivano impetuosi i problemi.
La volevo proprio così la mia mamma!
Da sempre mi facevo avvolgere dalle sue dolci parole e mi lasciavo proteggere dai suoi calorosi abbracci, lì ovunque io vada, riesco a ritrovare il mio nido. Senza parlare, senza che neanche un solo angolo del mio o del suo viso si muovano, riusciamo a rinchiuderci in una profonda intesa, per la quale basta esser semplicemente “una madre con la sua piccolina”.
Erano stati anni duri quelli della malattia, che avevano finito con l’unirci ancora di più; strette da un legame indissolubile che fanno di due persone una la vita dell’altra. Proprio così, mi sono rimasti stampati nella mente tanti ricordi, tante indescrivibili emozioni, tanti sorrisi, tante lacrime versate,come in quel fatidico giorno colmo fino all’orlo di angoscia.
Le ricordo benissimo quelle ore. Mi giravo intorno, sperando di trovare conforto negli sguardi altrui, un sorriso, una parola, che rendessero quell’attesa molto meno dura ed insormontabile; invece, c’erano solo altre persone come me,in silenzio, in attesa che qualcuno aprisse quella porta e ci desse qualche notizia rassicurante. C’era chi leggeva un libro, chi assorto nei suoi pensieri si reggeva il capo, chi cercava di socializzare con altri che condividevano lo stesso destino, infame; chi guardava e riguardava l’orologio …
Una terribile lotta contro quel tempo oscuro che ci offuscava la mente …
Attesa .. i secondi passavano lenti, come se fossero ore ed ogni battito di quei nostri cuori offesi, sembravano scandire attimi di inutile sofferenza. La mente affollata da mille perché, mille domande vuote a cui tutti avremmo voluto dare risposta ma senza trovare riscontro alcuno.
Ogni tanto una risata risuonava nel corridoio e con essa un respiro di sollievo, per chi era uscito vittorioso da questa terribile battaglia contro l’ignoto o di chi, pieno di buste contenenti accertamenti medici, faceva cadere tutto a terra e poi trasformava questa risata in una lunga mezz’ora di pianti liberatori.
Su e giù, tra quei piani; su e giù nell’animo sofferente di tutti, mi accorgevo che fuori c’era un mondo pieno di vita, di gioia, di allegria.. ed io ero lì, dove il tempo si era fermato, dove non c’è stato istante in cui il mio viso non fosse stato rigato da una lacrima. Piangere, per colpa di questo destino squallido, per una vita instabile, per una ferita incolmabile. Piangere, per questa folle pazzia del fato che ci mette alla prova ardentemente, incessantemente, ingiustamente.
Ecco poi, che quella porta si apriva ancora una volta ma ad uscire era finalmente lei: la mia mamma!
Urlavo in quel corridoio silenzioso sperando che mi notasse , ma le infermiere insistevano col dire che non potevo riconoscerla perché potevo facilmente confonderla con altri pazienti appena usciti dalla sala operatoria. Con incredulità e sgomento di tutti i presenti, lei ancora stordita dall’anestesia ha cercato di aprire gli occhi e ha sussurrato “è la voce di mia figlia, è mia figlia!”
Da quel giorno mi sono appassionata alla vita!
La passione per la vita è la più difficile da conquistare. E’ la passione per uno sguardo silenzioso incrociato per caso, è il desiderio di dare piuttosto che avere, è la gioia del sorriso di chi lotta e ce la fa, è la conquista del trionfo delle cure sulla malattia, è ogni giorno una rinascita. E’quando con la consapevolezza di avere una spada di Damocle nella schiena, ti alzi ugualmente grintoso perché un altro giorno meraviglioso è appena cominciato e va vissuto fino in fondo.
Avevo appena nove anni quel giorno e mia madre, senza saperlo, ha delineato il perfetto tipo di donna che sarei voluta diventare; tutto mi appariva più chiaro, era lei il mio modello. Volevo essere proprio una donna come lei. Inconsapevolmente, quello stesso giorno mi stava regalando quello che i più non hanno: passione per la vita!
L’avevo sempre guardata con gli occhi di una bambina e avevo sempre cercato di imitarla nelle movenze. Mi inorgoglivo quando qualcuno per strada notava che tra noi ci fosse una gran somiglianza.
Li volevo proprio così quegli occhi, grandi e intensi; quei sorrisi regalati anche quando dentro impazza la tempesta; quelle mani dalle dita sottili che con maestria ed eleganza aleggiano nell’aria mentre spiega ai suoi alunni; la volevo proprio così quella gioia di vivere, anche quando arrivano impetuosi i problemi.
La volevo proprio così la mia mamma!
Da sempre mi facevo avvolgere dalle sue dolci parole e mi lasciavo proteggere dai suoi calorosi abbracci, lì ovunque io vada, riesco a ritrovare il mio nido. Senza parlare, senza che neanche un solo angolo del mio o del suo viso si muovano, riusciamo a rinchiuderci in una profonda intesa, per la quale basta esser semplicemente “una madre con la sua piccolina”.
Erano stati anni duri quelli della malattia, che avevano finito con l’unirci ancora di più; strette da un legame indissolubile che fanno di due persone una la vita dell’altra. Proprio così, mi sono rimasti stampati nella mente tanti ricordi, tante indescrivibili emozioni, tanti sorrisi, tante lacrime versate,come in quel fatidico giorno colmo fino all’orlo di angoscia.
Le ricordo benissimo quelle ore. Mi giravo intorno, sperando di trovare conforto negli sguardi altrui, un sorriso, una parola, che rendessero quell’attesa molto meno dura ed insormontabile; invece, c’erano solo altre persone come me,in silenzio, in attesa che qualcuno aprisse quella porta e ci desse qualche notizia rassicurante. C’era chi leggeva un libro, chi assorto nei suoi pensieri si reggeva il capo, chi cercava di socializzare con altri che condividevano lo stesso destino, infame; chi guardava e riguardava l’orologio …
Una terribile lotta contro quel tempo oscuro che ci offuscava la mente …
Attesa .. i secondi passavano lenti, come se fossero ore ed ogni battito di quei nostri cuori offesi, sembravano scandire attimi di inutile sofferenza. La mente affollata da mille perché, mille domande vuote a cui tutti avremmo voluto dare risposta ma senza trovare riscontro alcuno.
Ogni tanto una risata risuonava nel corridoio e con essa un respiro di sollievo, per chi era uscito vittorioso da questa terribile battaglia contro l’ignoto o di chi, pieno di buste contenenti accertamenti medici, faceva cadere tutto a terra e poi trasformava questa risata in una lunga mezz’ora di pianti liberatori.
Su e giù, tra quei piani; su e giù nell’animo sofferente di tutti, mi accorgevo che fuori c’era un mondo pieno di vita, di gioia, di allegria.. ed io ero lì, dove il tempo si era fermato, dove non c’è stato istante in cui il mio viso non fosse stato rigato da una lacrima. Piangere, per colpa di questo destino squallido, per una vita instabile, per una ferita incolmabile. Piangere, per questa folle pazzia del fato che ci mette alla prova ardentemente, incessantemente, ingiustamente.
Ecco poi, che quella porta si apriva ancora una volta ma ad uscire era finalmente lei: la mia mamma!
Urlavo in quel corridoio silenzioso sperando che mi notasse , ma le infermiere insistevano col dire che non potevo riconoscerla perché potevo facilmente confonderla con altri pazienti appena usciti dalla sala operatoria. Con incredulità e sgomento di tutti i presenti, lei ancora stordita dall’anestesia ha cercato di aprire gli occhi e ha sussurrato “è la voce di mia figlia, è mia figlia!”
Da quel giorno mi sono appassionata alla vita!
La passione per la vita è la più difficile da conquistare. E’ la passione per uno sguardo silenzioso incrociato per caso, è il desiderio di dare piuttosto che avere, è la gioia del sorriso di chi lotta e ce la fa, è la conquista del trionfo delle cure sulla malattia, è ogni giorno una rinascita. E’quando con la consapevolezza di avere una spada di Damocle nella schiena, ti alzi ugualmente grintoso perché un altro giorno meraviglioso è appena cominciato e va vissuto fino in fondo.
Avevo appena nove anni quel giorno e mia madre, senza saperlo, ha delineato il perfetto tipo di donna che sarei voluta diventare; tutto mi appariva più chiaro, era lei il mio modello. Volevo essere proprio una donna come lei. Inconsapevolmente, quello stesso giorno mi stava regalando quello che i più non hanno: passione per la vita!
Mamma
La mamma è il punto di riferimento più importante in assoluto.. ti rassicura quando ti vede triste e sola, prova ad asciugare le lacrime e a curare le tue ferite con discrezione.. Ti sgrida da bambina dopo averti visto rientrare con il pantalone rotto dopo ore di giochi con gli amici, ma allo stesso tempo ti sorride per ricordarti che è troppo bello vederti rientrare così felice.. La mamma c'è, silenziosamente entra in tutte le cose che fai, ti osserva e poi irrompe al primo dissapore.. È severa e rigida negli orari di ritirata, nel vestito troppo scollato o troppo corto, il trucco forte o una parola o un modo di fare non troppo chic...e poi, però, è compiaciuta quando ti vede entusiasta di uscire, con la frenesia del "non so cosa mettere", e ti aiuta, s'improvvisa stilista,ed inevitabilmente diventa insegnante di galateo e di buone maniere.. La mamma c'è, la notte quando non chiudi occhio se ne accorge, e quando vivi distante da lei resta sempre sveglia, per paura di non sentire il cellulare squillare..e magari chissà a 300km di distanza da lei, potresti avere bisogno di lei nel cuore della notte?!?! Ahahah
La mamma c'è.. indiscreta a volte, ma il più delle volte irruenta!! Arriva, ti travolge e ti sconvolge.. mamma per anni mi hai insegnato a non cedere mai, a non scendere a compromessi con la vita, a vedere nelle persone sempre il meglio, il buono, il giusto..ma mi hai insegnato con tenacia assoluta, a lottare contro le avversità del destino e che le malattie, di qualunque ordine e grado, non posso distruggere la stabilità e la gioia della tua esistenza..ma purtroppo certe cose le impari solo se hai visto le cose più dure e più difficili..è quando arrivi in cima alla montagna che puoi affermare che il panorama visto da lassù ha tutto un altro splendore...
Per uno strano gioco del destino ci ritroviamo di nuovo alle pendici di questa montagna, il percorso sarà in salita, tortuoso, duro ma arriveremo alla cima più forti e felici della precedente, non aver paura di salire...
La mamma c'è.. indiscreta a volte, ma il più delle volte irruenta!! Arriva, ti travolge e ti sconvolge.. mamma per anni mi hai insegnato a non cedere mai, a non scendere a compromessi con la vita, a vedere nelle persone sempre il meglio, il buono, il giusto..ma mi hai insegnato con tenacia assoluta, a lottare contro le avversità del destino e che le malattie, di qualunque ordine e grado, non posso distruggere la stabilità e la gioia della tua esistenza..ma purtroppo certe cose le impari solo se hai visto le cose più dure e più difficili..è quando arrivi in cima alla montagna che puoi affermare che il panorama visto da lassù ha tutto un altro splendore...
Per uno strano gioco del destino ci ritroviamo di nuovo alle pendici di questa montagna, il percorso sarà in salita, tortuoso, duro ma arriveremo alla cima più forti e felici della precedente, non aver paura di salire...
sabato 10 maggio 2014
Panchinetta bianca
Da quando vivo qui ho guardato quel balcone..
Ogni anno, in questo periodo, due vecchietti sedevano per ore su una panchina bianca.. In silenzio..sempre sorridenti..felici di stare insieme e di assaporare un po di sole ed il cinguettio degli uccellini. .
Qualche anno più tardi, quella panchina per due, è stata occupata solo a metà.. .
La signora tanto carina non c'era più.. e suo marito, per anni, ha continuato a sedersi da solo a guardare quel sole.. spento, senza la sua metà..
La signora tanto carina non c'era più.. e suo marito, per anni, ha continuato a sedersi da solo a guardare quel sole.. spento, senza la sua metà..
... Negli anni è comparsa una badante che non ha mai occupato quel posto vuoto accanto al signore..lei restava in disparte, come se con discrezione lasciasse il signore in compagnia dei suoi ricordi...
Lo scorso anno la panchina era occupata,ancora a metà, gli occhi teneri del signore che mi fissavano mentre studiavo al sole..accompagnavano le mie giornate di studio. Riusciva finanche a sentire ciò che ripetevo e sembrava interessarsi..
Oggi la panchina c'è ancora..
Completamente vuota...
Le tapparelle abbassate..
E troneggia, davanti alla panchina, un grosso "vendesi"..
Completamente vuota...
Le tapparelle abbassate..
E troneggia, davanti alla panchina, un grosso "vendesi"..
Chissà se i loro figli sanno davvero quanto abbia significato quella panchinetta bianca per i genitori... Chissà perché certi ricordi restano indelebili nonostante io non so neanche il nome dei signori della panchina bianca.
Nostalgia di persone mai conosciute.
domenica 4 maggio 2014
Paulo Coelho
Nessuno può
giudicare.
Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza, o la
dimensione della
totale mancanza di significato della propria vita.
Paulo Coelho
Paulo Coelho
Innamorarsi
I pensieri
d'affetto e d'amore nascono dalla visione dell'anima e sono frutti dei nostri
piacevoli desideri appaiono nella nostra mente con l'ambizione di realizzare un
fantastico mondo fatto a nostro piacimento.
Rachid Ouala
Rachid Ouala
L'amore
L'amore non è una
cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare.
Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)
Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)
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